L’asino è un animale dal temperamento mite. Trattandosi di un erbivoro, fin dalle origini ha sviluppato una forte spinta alla vita comunitaria.
Gli animali erbivori sono per definizione delle specie predate in natura e per scopi difensivi legati alla sopravvivenza hanno sviluppato una tendenza alla vita di gruppo.
L’asino di oggi mantiene intatta questa “tendenza verso l’altro”, sia esso un suo simile, un animale di specie differente o un uomo.
La spinta innata alla relazione, unitamente ad un temperamento mite, fanno si che l’asino divenga un interlocutore d’elezione in ambito educativo-riabilitativo (onoterapia, ippoterapia).
Un’altra caratteristica che contraddistingue l’asino è la sua bassa reattività alle stimolazioni. A differenza del cavallo infatti l’asino ha un potenziale di reazione molto più alto, ciò vuol dire che agisce comportamenti più riflessivi del cavallo che difficilmente si traducono nel classico comportamento istintuale di attacco/fuga.
Di fronte ad uno stimolo desueto l’asino adotta un comportamento che potremmo definire di tipo “riflessivo” ossia si blocca e osserva lo stimolo per comprendere di cosa si tratta.
A livello operativo ciò implica un minore potenziale di rischio unitamente ad un maggior grado di prevedibilità, il che permette di effettuare delle sedute all’interno di un contesto sufficientemente protetto.
L’uomo ha selezionato nel corso degli anni diverse razze di asini, ciascuna delle quali presenta caratteristiche proprie. Queste diverse razze si differenziano oltre che per il colore del mantello e specifiche caratteristiche morfologiche anche per le dimensioni.
Esistono asini di taglia piccola (come per es. l’asino Sardo), media (Amiatino) e grande (Ragusano e Martina Franca).
A livello educativo/riabilitativo ciò permette di impostare molteplici percorsi utilizzando l’animale le cui caratteristiche più si adattano alla realizzazione del processo riabilitativo.